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Suzanne Lenglen vs Helen Wills : correva l'anno 1926

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Nei courts di Cannes un secolo fa andò in scena il Match del secolo…


Era il 16 febbraio 1926 e al Carlton Club di Cannes fu giocato l'atto finale del torneo omonimo. Da settimane o mesi non si aspettava altro: un match tra Suzanne Lenglen e Helen Wills. La tensione e l'attesa per quell'incontro superò ogni immaginazione. Suzanne era la Divina: femme fatale della racchetta, all'apice della carriera, istrionica, autoritaria, padrona assoluta del tennis degli anni '20 e protagonista delle riviste sportive e di moda d’ogni genere. Qualunque cosa facesse era oggetto di discussioni, critiche e ammirazione. Fu una dei primi personaggi mediatici. E come tutti i personaggi in vista dello sport che vincono sempre, non si aspettava altro che la sua caduta con qualche sconfitta clamorosa…"Federer et Nadal docet". Helen Wills era un'americana emergente appena ventenne, già pluricampionessa agli US Open e vincitrice della medaglia d'oro alle Olimpiadi del 1924, le ultime a cui il tennis fu ammesso prima dell'era moderna Il torneo a 5 cerchi fu disputato a Parigi ma Suzanne Lenglen fu assente per malattia. La Wills al momento non era ancora la trita-avversarie che di lì a poco sarebbe diventata, ma ne aveva l'evidente talento e l'ambizione. E Suzanne detestava dividere la scena e la fama di miglior giocatrice del mondo. Da qualche settimana Helen era sbarcata in Francia, accompagnata dalla mamma e con il motivo ufficiale del viaggio di studio: il Grand Tour dei musei europei, un must per le ricche famiglie borghesi americane. Ma in realtà era arrivata per confrontarsi sui campi da tennis europei, in special modo su quelli francesi e della Riviera. Il suo arrivo fu così commentato dalla Divina: “Questa è pazza! Pensa di venire qui e battermi sui campi di casa?”, lei che considerava provincialotta quella teenager - o quasi - Californiana. Ci mise poco, la giovane Helen a farsi vieppiù raffinata settimana dopo settimana; non solo tennis, ma anche ricevimenti, presenze a balli e concerti, l'acquisto di abiti firmati dai sarti del momento. I giornalisti seguivano come segugi gli spostamenti dell'una e dell'altra, che giocavano a tira e molla aspettando il momento buono per incrociare le racchette senza favorire troppo l'avversaria. Suzanne si stava riprendendo da una delle sue frequenti malattie. Per farla breve, c'erano - e ci furono per l'epoca - tutti gli ingredienti per fare di questo scontro il Match del secolo. I giornali e i tifosi non si fecero pregare per caricare di motivi extra-tennistici quella partita...Non era solo un confronto fra due stili diversi di gioco, ma anche tra la Divina Suzanne, e la yankee parvenu...Tra la smaliziata e maliziosa 26enne vamp francese e la “innocente” americana... I francesi però iniziarono a guardare con simpatia anche l'americana; il che innervosì ancor di più la Lenglen, che reduce, come detto, da un periodo di malattia era indecisa se battersi contro la Nemica...Alla fine si accordarono nel competere entrambe nel torneo del Carlton Club; era scontato arrivassero in finale entrambe. Così in effetti fu. Suzanne Lenglen era la strafavorita, letteralmente: la Wills era data a dieci dai bookmakers...; l'attesa fu comunque spasmodica, con scene a volte deliranti di fans in coda ai botteghini e tickets venduti al mercato nero a prezzi strabilianti, mentre tutt'intorno al piccolo club e al piccolo campo centrale venivano innalzate tribune in legno. Finiti i biglietti, la gente iniziò a scalare gli eucalipti di recinzione, a salire sui tetti, sulle scale, a comprare posti dalle balconate degli appartamenti che attorniavano i campi, con le immaginabili rimostranze di chi possedeva un regolare biglietto...Alle 11 il match iniziava con le protagoniste scortate dalla folla e dai fotografi, mentre in tribuna sedeva il sangue blu che svernava in Costa Azzurra... Vinto il primo game, ma persi i due successivi, Suzanne al cambio campo si sentì dire dalla madre: "come giochi male piccola"! la risposta fu la famosa frase "ne m'emmerde pas, maman" traducibile in un edulcorato e ben più gentile "lasciatemi in pace, mamma!"...La madre della Wills invece aveva raccomandato alla figliola: "Just do your very best, dear, but make sure you win", Fai del tuo meglio, cara, ma assicurati di vincere! In barba a De Coubertin...Suzanne iniziò allora a variare il suo gioco mettendo in difficoltà la poco mobile Wills e chiuse il primo set 6-3. Al cambio campo, Suzanne sorseggiò, come le capitava di fare, del cognac. Doveva prepararsi a un secondo set più combattuto, con l'avversaria più aggressiva e combattiva che la costrinse al 4-4. Proprio in questo game, sul 30-30 una palla di Suzanne fu giudicata buona dal giudice di linea. Helen si era fermata valutandola fuori. Lei, solitamente composta, battibeccò col giudice, irremovibile. Questa ricostruzione del punto contestato si basa sul libro di Gianni Clerici sulla Divina, ma ci sono altre versioni in cui il punto conteso è spostato alla fine del set e avrebbe dunque dato a Helen la vittoria del set... Un giornalista americano dell'epoca, ad esempio, raccontò di come Helen per la prima volta nella sua vita dimostrò un'emozione in campo quando chiese tremando di rabbia al giudice di linea, per l'appunto di nazionalità inglese "What did you call that ball???"per poi mimare la pazzia dello sfortunato giudice. Secondo lo stesso cronista fu dunque per la stupidità di un inglese che un'americana perse da una tennista francese...Perse comunque quel game, ma si ricompose per vincere quello successivo e tenere gli assalti di Suzanne fino al 5-6 in suo sfavore. Si arrivò così al doppio match point per la Lenglen. Sul primo, un profondo dritto di Helen cadde vicino alla linea. Fu chiamato "Out" da qualcuno del pubblico (!) e Suzanne andò sollevata verso la rete a stringere la mano dell’avversaria. Ma per il giudice di linea la palla era buona! Ci vollero alcuni minuti per far uscire gli spettatori e i numerosi fotografi già entrati sul campo: la partita doveva continuare ancora… Suzanne perse la battuta… ed il punteggiò diventò di 6 giochi pari! In quel tempo il Tie Break era ben lontano dall'essere inventato. Ma da lì in poi la Lenglen giocò come in trance e recuperò la memoria del suo gioco inimitabile: adottò il puro istinto per sopperire alla mancanza di forze e per averla vinta sulla più fresca americana che infatti si arrese col punteggio di 8-6…La Lenglen aveva salvato la sua fama di imbattibilità, croce e delizia sue e del babbo…Ben altro che una partita di tennis serviva per piegare la Divina, e in effetti, la sua carriera s’interruppe per motivi estranei al tennis strettamente inteso! Curiosamente Helen Wills, persa quella partita, guadagnò ben altro in quei mesi: sulla Riviera incontrò infatti il suo futuro marito, Frederick Moody, che sposerà di lì a qualche tempo; ma colse anche la consapevolezza di dover variare di più il suo gioco per diventare la migliore tennista del mondo! Secondo un giornalista che v'assistette, io per ragioni anagrafiche non ho potuto esserci, ma per poco...(ihihih), il match fu “un semplice match di tennis, ma un match che fece fermare due continenti e fu il più importante evento sportivo dell'era moderna, per di più esclusivamente nelle mani del gentil sesso”! Confronto di stili: Lenglen giocava da fondo, ma sapeva fare tutto, danzava su volée e smash. La Wills, ancorata dietro la linea di fondocampo faceva della regolarità e dell'intensità agonistica i suoi punti di forza, esaltati da un diritto violentissimo. E tutto con le racchette di legno! Il gioco è ovviamente cambiato rispetto ai giorni nostri ma la sostanza è rimasta la stessa. Somma di titoli femminili nei tornei dello Slam vinti da Lenglen + Wills = 8 + 19 = 27. Iron Women!


A cura di Paolo Rossi : da un racconto di Enos Mantoani (Ubitennis). Fonti : Gianni Clerici Suzanne Lenglen "La Divina" edito nel 2002.