LE PAGELLE
sul torneo
A cura di Paolo Rossi

Tra il serio ed il faceto e con qualche traiettoria finita sulle righe.


I Campionati Sociali 2013 “Trofeo Patrizio Bassani” sono passati in archivio. Qualche commento a luci spente non è certo superfluo. L’edizione è stata molto positiva e portata avanti con grande impegno da parte di tutti. Quanto visto va a beneficio dell’intento sincero d’aver giocato anche per ricordare un amico che non è più tra noi. Il quale guardandoci dall’alto del cielo, forse e chissà, avrà inviato a tutti un sorriso di buon augurio. Come era solito fare ogni qual volta lo si incontrava. Il ricordo da conservare è questo.


Cominciamo dal torneo femminile. L’ultimo tabellone dedicato alle donne risaliva al 1997. Fu l’ultimo anno che il Tennis Club Anghiari ospitò una tappa del Circuito delle Vallate Aretine e quel manipolo di tenniste, 16 in tutto, si iscrisse proprio per prendervi parte. La maggior parte proveniva dai circoli dell’aretino. Finalmente quest’anno, a distanza siderale da quel 1997, è stato possibile mettere in campo una prova in gonnella abbinata ai Campionati Sociali. Per questo occorre ringraziare gli amici di Pieve S. Stefano che si sono prodigati al meglio per portare le loro associate sul campo Centrale del Tennis Club.

Le Pagelle del Torneo Femminile

10 e Lode : ad Elena Chiasserini, neo campionessa Sociale, giocatrice divertente e ben preparata che nella vita fa di professione l’architetto. In effetti osservandola si capisce che non gioca mai a caso un punto ma progetta ogni azione per giungere alla meta con precisione. Il massimo del voto è per la vittoria ottenuta e per l’eleganza mostrata sul campo.

10 : ad Angela Leonessi, battuta in finale ma solo dopo lotta intensa. Il suo modo di stare in campo ricordava quello della spagnola Arantxa Sanchez. Il paragone può sembrare fuori luogo ma chi ha avuto la fortuna di veder giocare la spagnola quando diventò la numero 1 del mondo nel 1995, non può non associarne la combattività e la tenacia alle movenze della nostra vice campionessa. Rapportando il tutto ovviamente al tennis di IV categoria. E mica ci siamo bevuti il cervello !

10 : a Viola Angelini. La più piccola tennista a prendere parte ai Campionati Sociali 2013. Neppure 12 anni d'età ma con un’idea del tennis già evoluta. Se son rose fioriranno. L’importante è continuare a stare in campo con la capacità di divertirsi e con passione. Doti che a Viola sembrano proprio non mancare.

9 : a tutte le altre partecipanti. Giulia Brugoni, Renata Cavalli, Silvia Neri, Cristiana Cipriani e Romina Camaiti.
Il bel 9 è assegnato per il rendimento tennistico a prescindere dal risultato. A simpatia il voto è 10. Ad ognuna.


Le pagelle del Torneo Maschile

10 e Lode : a Pierluigi Bertozzi il quale si è laureato per la seconda volta (consecutiva) Campione Sociale Assoluto di Singolare Maschile. È da apprezzare che dalla Romagna giunga ad Anghiari un ottimo tennista come Pierluigi. Il suo stile di gioco è quello del tennis puro. Lui non attende l’errore degli altri ma cerca il punto ad ogni impatto disegnando spesso il campo con traiettorie ficcanti. La palla esce dalla sua racchetta pressoché priva di rotazioni, ma è radente e veloce, e soprattutto profonda. Difficile contrastarlo senza prendere di petto l’iniziativa. Il titolo conquistato è più che meritato. Ed il fatto che abbia una classifica FIT ai vertici della IV categoria (4.1 il prossimo anno) significa aver nobilitato ulteriormente il torneo.

10 : a Lorenzo Marini, Vice Campione Sociale per il secondo anno consecutivo. In finale ha tentato di sovvertire il pronostico ma senza fortuna. Il suo tennis è atletico è quest’anno la sua condizione fisica era meno elevata rispetto all’anno scorso. Il 10 va anche per l’adozione della gattina Rafaelita, l’ ultima nata all’isola felina del Tennis Club. Bravo!

9 : a Michele Cangi. Senza troppo clamore o fronzoli è arrivato in semifinale eliminando Ricardo Mendez, Luca Cesari, Manuel Tucci e finendo col perdere solo da Bertozzi, che avrebbe poi vinto il torneo. Nel tennis chi vince ha sempre ragione e non è mai esistito nessun tennista capace di fare risultati solo per la “bellezza” del proprio gioco. Bisognerebbe poi chiedersi quale sia questa bellezza e quali siano i canoni estetici di riferimento. Un dilemma più filosofico che sportivo. Vilas, Borg, Wilander, Lendl, Chang, Courier, Agassi, Nadal docet….

9 : a Ricardo Mendez. Dopo numerose eliminazioni al primo turno è arrivata finalmente per il simpatico Ricardo la prima vittoria in un torneo. Il successo è giunto dopo un match maratona vinto sul malcapitato Carlo Leonardi. In questo frangente sono stati coniati anche due neologismi tennistici : “Rigardo” e “Palla leonardina”. Un contributo alla scienza del tennis.

8 : a Simone Barni ed Emiliano Goretti. Per aver giocato un set conclusosi al Tie Break finito col punteggio record di 16 a 14 per Goretti. Ancora 4 punti ed avrebbero eguagliato il TB più famoso nella storia del tennis: quello indimenticabile giocato da Bjorn Borg e John McEnroe nel quarto set della finale di Wimbledon 1980 risolto 18-16 a favore dell’americano. Il Grande Tennis rispetto al Piccolo è diverso nel contesto in cui si disputa, ma non nell’essenza intima. C’è sempre uno che vince ed uno che perde. E le emozioni dei protagonisti in campo sono identiche.

8 : a Luca Giannini. Dopo 4 mesi di lontananza dalle gare è tornato sulla lizza disputando due singolari molto combattuti terminati entrambi al terzo set. Al primo turno ha estromesso Gianluca Spadini, nel secondo è stato sconfitto per 7-5 al terzo da Lucio Roselli. Se non fosse incappato nel problema al tendine d’Achille la sua stagione sarebbe stata molto differente. Peccato.

6 : a Lucio Roselli. Gioca bene e sempre delle gran partite, ma quando poi deve offrire la prova del nove nel turno successivo scompare dal tabellone per ritiro, dovuto ad infortuni che giungono puntuali come orologi svizzeri. Ormai il “w.o.” fa parte del suo corredo da giocatore, visto che nelle ultime due edizioni dei Campionati Sociali si è sempre ritirato, sia in singolo che in doppio.

5 : a Fabio Marinangeli. Ha fatto di tutto per farsi appioppare un “w.o.” nel tabellone di singolare. il buon Fabione “Mano di fata” sarebbe probabilmente volato in finale alla grande. Invece…può solo rivolgersi l’indice contro…

5 : a Luca Cesari. Va bene che aveva l’attenuante di essere stato costretto ad 8 giorni di convalescenza per un problema ai denti, con l’obbligo di non prendere in mano la racchetta, ma contro Michele Cangi non è mai riuscito ad entrare in partita, uscendo dalla sfida in fretta e furia.

4 : a Franco Ricci. Come veniva programmato e pubblicato sul sito l'orario di un un suo match arrivava, puntuale, la richiesta di modifica. Di conseguenza il programma di gioco è stato quindi sempre variato, grazie anche al benestare degli avversari benevoli.  Su 6 matches in cui Franco ha giocato tra Singolare e Doppio, nessuno è andato liscio seguendo il primo copione.  Significa aver rimescolato il 100% di ogni sua partita e di conseguenza il resto. Insufficienza quindi giustificata. Ovviamente senza rancore.

7,5 : a tutti gli altri partecipanti che non citiamo soltanto per ragioni di spazio. Ad ognuno di loro va comunque un voto più che positivo, sconfitte e/o vittorie a parte. Esserci equivale sempre a vincere.

Le pagelle del Doppio Maschile

10 e Lode : ai vincitori della prova Fabio Marinangeli e Franco Ricci. Il voto pareggia così le insufficienze precedenti. I due biturgensi hanno conquistato il titolo mostrandosi coppia ben assemblata e adatta alla specialità. In finale hanno vinto col tempo record di 44 minuti. Come non fare qualche paragone irriverente col Grande Tennis? La più breve finale di Wimbledon di tutti i tempi, ma in singolare, fu giocata nel 1881. Willie Renshaw sconfisse John T. Hartley 6-1, 6-1, 6-0 in soli 37 minuti. Steffi Graf invece nella finale del Roland Garros del 1988 vinse contro Natalia Zvereva in soli 32 minuti con un doppio 6-0. Record su record, dopo Londra e Parigi viene Anghiari…

10 e 5 : votazione bifronte a Michele Cangi e Luca Giannini. I finalisti del Doppio, già ampiamente citati anche nelle pagelle del Singolare, hanno vinto un match epico contro Rossi-Zichella in semifinale dopo 140 minuti di lotta serrata. Per la loro tenuta del campo nel derby tra anghiaresi, dove hanno mostrato una voglia di vincere fenomenale, entrambi meritano un bel 10 abbondante. Al contrario si beccano invece l’insufficienza, altrettanto piena, per non aver avuto nemmeno un quinto della stessa identica determinazione nel corso della finale. La media dei voti fa comunque 7,5. Quindi promossi lo stesso. Senza tapiri.

9 : a Pierluigi Bertozzi e Giulio Morvidoni. In fondo in fine sono stati loro la formazione che più ha saputo impegnare i futuri vincitori del torneo nel turno di semifinale. Se avessero vinto il primo set perduto solo al tie break il risultato del match poteva essere diverso. Poteva, ma non è stato.

9 : a Simone Barni e Luca Ramponi per aver obbligato nei quarti di Finale Cangi e Giannini a giocare il terzo set. La coppia era stata messa insieme in modo estemporaneo dopo la rinuncia di Luca Cesari per un problema ai denti, ed era inedita. Evidentemente ha funzionato. Ad maiora!

7 : a Paolo Rossi e Fabrizio Zichella. Il voto può apparire una sorta di autocelebrazione, visto che viene assegnato dall'autore del pezzo a sé stesso. In realtà è il frutto ironico della profonda consapevolezza dei propri limiti. Tuttavia nonostante i quasi 100 anni d’età in due, Paolino e Zico qualcosa di buono almeno in doppio riescono ancora a farlo. Sicuramente si divertono. Partiti con i favori del pronostico non hanno comunque in questa occasione rispettato il ruolo. Smarrire per strada i punti importanti significa far volatilizzare i matches. La loro resa in semifinale è stata poco entusiasmante ma la ragione è da imputare soprattutto al duo Cangi-Giannini. Il set decisivo si era ormai trasformato in una guerra senza esclusioni di colpi. Se questo parziale fosse stato filmato sarebbe diventato un must da proiettare alla cena di Club. Autentico Cinema d’autore. Verismo tennistico.

Come epilogo sorge spontanea una domanda al conquibus, rileggendo proprio il prologo di quanto scritto sopra. La questione in parte esula dal commento ai Campionati Sociali 2013 ma rientra in una riflessione generale sulla presenza del Tennis Club nel panorama sportivo di vallata.
Perché fu proprio il 1997 l’ultimo anno di partecipazione al Circuito FIT delle Vallate Aretine?
Perché dopo tanti anni di fattiva adesione (con altrettante interruzioni invernali d’attività) i tempi stavano cambiando radicalmente.  Ogni stop stagionale disperdeva in mille rivoli giocatori e giocatrici.
In principio prendevano il sopravvento altri sport sostitutivi, tipo podismo, bicicletta, palestra, per ritornare alla racchetta con l’avvento della primavera. Ma appena i circoli limitrofi si attrezzarono per giocare d’inverno coprendo i loro campi (accadde nella prima metà degli anni novanta) lo sparpagliamento fu pressoché definitivo. Ed era sempre più difficile nel periodo estivo recuperare le risorse umane dissipate dalla neve e dal gelo. Quindi mettere in campo i tornei FIT, con costi ben superiori a quanto sarebbe stato possibile introitare organizzandone qualcuno, divenne una follia. Semplice da capire. Come acqua di fonte. Qualunque sia il punto d’osservazione sbuca sempre fuori l’unico anello mancante del sistema Tennis di Anghiari. Il voto per questo ultimissimo argomento ognuno lo assegni da sé. E solo se lo ritiene opportuno.

Tuttavia un bello ZERO tondo tondo come quello dipinto da Giotto lo meritano le chiacchiere fatte intorno allo stesso tema in questi tanti anni. Quelle che non hanno mai prodotto farina. Altrimenti avremmo avuto intorno tanti fornai. A distribuire pane e panini a destra e a manca.