Completato anche il Tabellone di qualificazione 2 - Il torneo comicia col Main Draw
Di Paolo Rossi
I due tabelloni di qualificazione di Singolare Maschile sono stati completati. A questo punto tocca al tabellone principale allineare i due finalisti che domenica prossima si contenderanno il Trofeo della Battaglia. Finora non vi sono state grandi sorprese e le gare sono scivolate via senza intoppi organizzativi. Tra i qualificati al Main Draw c’è da segnalare la buona perfomance di Giulio Morvidoni (classifica 4.5) ormai giunto alla sua quinta vittoria consecutiva. Nell’ordine ha battuto Daniele Ligi (4.5) per 76, 76; Andrea Sorini (4.5) per 63 75; Alessandro Casi (4.4) per 63 61; Paolo Genuini (4.5) per 62, 61 e Luca Cesari (4.3) per 64, 76 dopo due ore di lotta serrata terminata alle ore 23,10. Nel prossimo turno previsto questa sera alle ore 21.30, sarà la sua sesta partita di fila, Morvidoni affronterà Marco Minciotti (4.2), giocatore veterano tifernate conosciuto al Tennis Club Anghiari per aver vinto nel lontanissimo 1986 il Singolare Maschile dell’Anghiari Open, torneo federale aperto a tutti i giocatori N.C. dell’epoca, categoria oggi sostituita dall’attuale Quarta, e ben due edizioni del torneo di Doppio, 1986 e 1987. A tempo debito racconteremo anche questa storia. Per ora limitiamoci a commentare il tutto con questa analisi. Se il torneo avesse avuto un tabellone compilato per estrazione anziché di selezione, Morvidoni questa sera avrebbe giocato la finale, per lo meno per il numero degli iscritti (55) ed il computo dei matches già disputati: 5 in tutto finora. Tuttavia non è detto che dopo un paio di turni vinti gli avversari sarebbero stati gli stessi. Anzi, al primo turno avrebbe potuto subito affrontare la testa di serie numero 1, perdere 60, 60, e tornarsene a casa frustrato e avvilito. Come avveniva in passato. Perché proprio questo succedeva negli anni ottanta. Il nuovo sistema di Quarta Categoria - che funzionava in Francia già più di 25 anni fa - ha invece risolto un paio di questioni fondamentali per la pratica del Tennis. Ha fornito equilibrio nei valori di campo e ciò ha indotto i giocatori amatori a partecipare ai tornei. Così facendo in fase d'avvio dei tornei i valori a confronto sono pressoché identici ed anche un principiante sa che può vincere qualche partita e conquistare così la sua prima classifica ufficiale. Ma c'è l'altra faccia della medaglia, rappresentata dalla gran quantità di turni da giocare per terminare un torneo composto da tabelloni di selezione. Il problema è di carattere logistico organizzativo a carico del circolo ospitante l'evento. Ma se i giocatori sono simpatici è un piacere farli giocare. Anche tutti i giorni. Come infatti succede nel nostro caso.
Nel frattempo il nostro vetusto Campo Centrale sorregge ogni sera un buon numero di incontri. Ogni tanto e soprattutto in periodi di utilizzo continuato è necessario ricorrere ad un maquillage più o meno intenso. Questa mattina una delle linee di fondocampo necessitava di un riposizionamento. Il piano di gioco sotto la linea presentava un cedimento di circa un centimetro diffusosi lateralmente per quasi mezzo metro. Non capita spesso ma può succedere. La palla durante il gioco se cade in una zona depressa ha sicuramente un rimbalzo diverso da come ci si immagina. Ma c’è sempre un rimedio per un campo vivo come la terra battuta. La terra color rosso mattone è un campo sostenibile, sempre che si conosca come procedere per ripristinare il piano di calpestio. Il protocollo di manutenzione prevede in questi casi di scollare la riga risollevando i chiodi verso l’alto e di togliere il materiale terroso esausto. Poi serve ricreare uno spazio vuoto sottostante - mantenendo però la riga sempre a dimora – spazio da intasare successivamente con terra di sottomanto fresca e asciutta. Fatto questo si allaga la zona d’acqua finché la nuova miscela di terra non giunge ad assorbirla tutta e si trasforma in una sorta di cemento liquido che riempie tutti gli anfratti. Il lavoro è completato con una livella per verificare l’altezza della linea rispetto al piano di gioco ed una serie successiva di compressioni col rullo. Dopo qualche passaggio ripetuto la zona è pronta ad essere spolverata con la rossa polvere di mattone. Il cosiddetto manto di finitura. Tutto a regola d’arte.
Per portare a termine un progetto è determinante organizzarsi nei compiti da svolgere, anche nei compiti in apparenza più banali come può sembrare aggiustare una buca sul campo in terra battuta. Se il Tennis Club Anghiari come gruppo dirigente e relativo corpo sociale saprà organizzarsi nei compiti da svolgere potrà portare a compimento il Progetto di Comunità pensato e redatto ormai 20 mesi fa. Ormai lo sanno anche i muri degli spogliatoi - quest’anno dipinti color rosso mattone - che, o si giunge a coprire un campo per dare continuità al gioco, o si chiude baracca burattini e teatrino. Si scompare dalla scena sportiva. Per sempre. A quel punto l’unico colore da mostrare nei paraggi del Tennis Club - e nella pubblica piazza anghiarese - sarà sempre il rosso, ma quello della vergogna collettiva. Verba volant. Scripta manent.
LA FOTO DEL GIORNO
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